Giada Aquilino – Città del Vaticano
Di fronte alle nostre “costruzioni” che si “illudono” di toccare il cielo, solo lo Spirito Santo che “irrompe” nel mondo dal “grembo” di Dio “fa nuove tutte le cose”: lasciamoci “prendere per mano” dallo Spirito per farci portare “in mezzo al cuore della città”, Roma e quelle del “creato intero”, “per ascoltarne il grido, il gemito”, le sofferenze e i sogni. Questa la riflessione di Papa Francesco nell’omelia della Santa Messa Vespertina nella vigilia di Pentecoste, celebrata sul Sagrato della Basilica Vaticana, dove si sono raccolte 50 mila persone: i fedeli della diocesi di Roma, i partecipanti alla Conferenza internazionale dei Carismatici, ricevuti in mattinata dal Pontefice, e i membri di tante realtà ecclesiali (Ascolta il servizio con la voce del Papa).
Progetti al servizio dell’io
Oggi, “come in ogni tempo”, nota il Papa riferendosi alla Prima Lettura dal libro della Genesi, c’è chi cerca di costruire “una città e una torre che arrivi fino al cielo”.
Sono i progetti umani, anche i nostri progetti, fatti al servizio di un “io” sempre più grande, verso un cielo dove non c’è più spazio per Dio. Dio ci lascia fare per un po’, in modo da farci sperimentare fino a che punto di male e di tristezza siamo capaci di arrivare senza di Lui… Ma lo Spirito del Cristo, Signore della storia, non vede l’ora di buttare all’aria tutto, per farci ricominciare!
(Fonte: vaticannews.it)